
E’ ormai la prassi considerare i film italiani di poco rilievo, abituati come siamo a vedere pubblicizzate grandi commedie all’italiana, banali e sempre più volgari. La realtà ,però, è tutta un’ altra. Nascosti tra una miriade di pellicole di fama mondiale ma anche di grande bassezza e povertà di contenuti, esistono tanti (piccoli grandi) film underground, che purtroppo sono sconosciuti ai più.
Un esempio è proprio quello di Paz! (2002)
A consigliarmelo è stato il mio ragazzo e dopo un primo momento di diffidenza, dovuto proprio al fatto che fosse di produzione italiana, mi sono convinta a guardarlo.
Il film vuole essere un omaggio alla creatività del fumettista Andrea Pazienza (1956-1988).
La burrascosa Bologna del ’77,agitata da scontri tra fascisti e comunisti e occupazioni studentesche, fa da sfondo alla storia che non segue una trama lineare, essendo le scene estrapolate da tre differenti opere del fumettista. Gli stessi protagonisti, Pentothal, Zanardi e Fiabeschi, provengono da tre diversi fumetti ed anche abitando nello stesso palazzo, non si conoscono e non interagiscono tra di loro.
Ad accomunarli è sicuramente la città ed il suo clima di protesta, che influenza le loro vite, coinvolgendoli, in alcune occasioni, anche direttamente.

Pentothal è un fumettista che sembra ormai aver perso l’immaginazione. Stanco della vita e del suo tran tran, cerca una via di fuga da un mondo che non gli appartiene ma del quale, in quel periodo, era sconveniente non fare parte: l’attività nel movimento comunista. Estraniato dalla realtà, l’unica cosa che possa risollevarlo, ma anche isolarlo inevitabilmente, è l’hashish.
“Mi faccio e tutto torna bello, più splendente di prima”

Zanardi è un ribelle, in lotta con chiunque provi a mettergli i bastoni tra le ruote e sicuramente a fermarlo non sarà la preside, alla quale lui e il suo gruppo, impiccheranno il gatto. Coi suoi amici si sballa, facendo uso di eroina e per la testa ha le ragazze, anche se nel suo cuore c’è Jessica, ora trasferitasi lontano da lui. Compirà diversi atti di bullismo, tra cui uno che sfocerà in tragedia.

Fiabeschi è un negligente studente fuori sede che vive a spese della propria ragazza. Frequenta il DAMS, per non doversi arruolare, ma la sua carriera studentesca è a dir poco rovinosa : tra un minuto di studio e l’altro, un tiro di spinello è immancabile. Simbolo di una generazione che si discosta dalle lotte semplicemente fregandosene, le relazioni sociali non gli interessano, a patto che non si parli di sballo.
Le scene sono interamente (o quasi) girate con la camera a mano, per rendere meglio l’idea di una frenesia tumultuosa.
E alla fine che dire? Un film unico nel suo genere capace di appassionare (anche senza troppi cliché) colpendo soprattutto per la sua semplicità senza mai perdere d’intensità.